Un Airone a Venezia

Ci sono storie d’amore che finiscono. Alcune, come diceva una canzone, “fanno dei giri immensi
e poi ritornano”.

È un po’ quello che accade nel romanzo “Un Airone a Venezia” di Anna Bellini.
La protagonista della storia, Chiara, decide di trasferirsi a Venezia perché quello è il luogo che l’uomo che lei amava, e che ormai non c’è più, le aveva insegnato a conoscere a fondo.
Ad ogni passo, attraversando la città, si imbatte in una chiesa, in un monumento o più semplicemente in un caffè o in un’osteria che l’Airone (questo il soprannome che lei aveva dato al Matteo, il suo compagno) le aveva “presentato”.

“Non distinguevo un pittore da un altro e aver studiato ragioneria non mi facilitava certo le cose, le infinte lezioni di Matteo, accompagnate dalla sua insistenza nel volermi trascinare in giro per chiese e musei mi irritavano, ma lui non demordeva, oltretutto nel tempo libero dal suo lavoro di artista, s’era messo a fare la guida turistica e io ero la sua cavia preferita; se mi distraevo mi riprendeva e ricominciava la lezione, così di malavoglia ho imparato a distinguere Tintoretto da Tiziano e Giorgione da Veronese e adesso per questo gli sarò sempre grata.”

Ma la scelta di Chiara non è, banalmente, un pellegrinaggio, un modo per restare agganciata ad una relazione che fa parte del suo passato.
Chiara, ormai, da quell’uomo che non c’è più, ha assimilato un attaccamento viscerale ed indissolubile ad un luogo unico al mondo.
Un sentimento che capisco fino in fondo e che mi ha fatto apprezzare il romanzo.
Vivo a Venezia da quasi cinquant’annni.
Non ci sono arrivato per amore, ma per…lavoro: mi ero appena laureato e una grande azienda mi aveva offerto un lavoro lì.
Prestissimo, però, ho incominciato a dire una frase, che chi mi conosce bene  mi ha sentito pronunciare più volte. La frase è questa: Venezia è l’unica città in cui vale la pena vivere.
Frase enfatica e sicuramente esagerata, in qualche caso giustamente accolta con ironia. Soprattutto dai cultori di un luogo comune molto diffuso: Venezia è bella ma non ci vivrei.

Filippo Cusumano

Gli insulti del tempo

Difficile aprire a caso  la Recherche proustiana senza trovare qualcosa di stimolante. Per non parlare della straordinaria qualità della scrittura. L’ho fatto anche stamattina, come mi capita di tanto in tanto.
Il volume era l’ultimo dell’opera , “Il tempo ritrovato”,uscito postumo.

Le pagine che ho letto stamattina riguardano gli insulti del tempo al fisico dei protagonisti della storia, che il Narratore ritrova, dopo anni, ad un ricevimento.

Unica eccezione : Odette de Crecy, rimasta quasi uguale a se stessa.

“Lì per lì non la riconobbi non già perchè fosse cambiata, ma perchè non lo era.

Essendomi reso conto, da un’ora, di ciò che il tempo aggiunge di nuovo agli esseri e che bisogna detrarre per ritrovarli quali li abbiamo conosciuti, facevo adesso rapidamente il computo.
E, aggiungendo all’antica Odette il numero degli anni passati su di lei, il totale che ne ricavai fu una persona che non poteva essere quella che avevo sotto gli occhi, proprio perché questa era simile a quella di una volta.
Fino a che punto ciò era dovuto al belletto, alle tinture? Essa aveva l’aria, sotto la pettinatura schiacciata dei suoi capelli dorati- simili un poco alla parrucca arruffata di una grossa bambola meccanica su un volto, attonito e immobile,  anch’esso di bambola- sui quali era sovrapposto un cappellino piatto, dell’Esposizione del 1878.[….]
D’altronde, proprio perchè non era cambiata, sembrava che non fosse viva: aveva l’aspetto di una rosa sterilizzata.”

P.S. All’epoca di Proust l’unica arma per resistere agli insulti del tempo era- per usare il termine scelto da Proust-  “il belletto”. 
Ma la descrizione di Odette, rimasta quasi uguale a se stessa, ma priva di vita,  simile ad una “rosa sterilizzata” , sembra la descrizione di una signora dei nostri tempi affidatasi alla chirurgia plastica…

2° edizione CONCORSO FOTOGRAFICO “PENSALENTO” 2016

pensalento2016 etiroll.pngDopo l’interessante esperienza del 2015, l’ETICHETTIFICIO ETIROLL promuove la 2° edizione del concorso fotografico denominato “Pensalento“.

Tema di quest’anno: “Relazioni analogiche e digitali nel Salento”

La seconda edizione del contest fotografico verte su un argomento di grande attualità ed interesse, ovvero il mutamento delle relazioni sociali e della fruizione dei luoghi generati dall’utilizzo dei dispositivi tecnologici (come smartphone, tablet, pc portatili) e la diffusione dei social network.

Obiettivo del concorso “Relazione analogiche e digitali nel Salento” è osservare come le “giovani e vecchie generazioni” vivano e interagiscano con questa nuova realtà. 

Gli interrogativi ai quali chiediamo di “rispondere” sono se i social network e i vari dispositivi tecnologici siano sinonimo di pericolo o di risorsa, di comunicazione superficiale o di strumento di conoscenza, di omogeneizzazione di posizioni o di allargamento di orizzonti. Le opere diventeranno una chiave di lettura a questi interrogativi.

Le fotografie dovranno immortalare le “relazioni analogiche e/o digitali” e includere nella stessa istantanea scorci, monumenti, paesaggi, beni culturali (materiali o immateriali), frammenti di vita quotidiana concernenti il Salento (province di Brindisi, Lecce e Taranto).

Scadenza 18 SETTEMBRE 2016

Partners del concorso: Tag PressParco PaduliAzienda Agricola Biologica PiccapaneLa Putea.ComB&B CapperiSherazade Salento

Regolamento su:

https://pensalento.wordpress.com/regolamento-concorso-fotografico-2016/

https://www.facebook.com/pensalento

CENTO STORICI DA TUTTO IL MONDO A TRIESTE PER IL 9° CONGRESSO ANNUALE DELL’INTERNATIONAL SOCIETY FOR CULTURAL HISTORY

Trieste-Province-89959.jpgDopo Bucarest, Johannesburg, Istanbul e Brisbane, il Congresso annuale dell’ISCH arriva in Italia per la sua nona edizione, dedicata al tema “Gender and Generations”. In occasione del Congresso anche l’annuncio del vincitore del premio annuale ISCH al miglior saggio di storia culturale

TRIESTE – E’ dedicato a un tema di scottante attualità, “Gender and Generations”, e si svolgerà per la prima volta in Italia, a Trieste, dal 18 al 22 luglio prossimi, il nono Congresso Annuale dell’International Society for Cultural History (ISCH), prestigiosa associazione cui aderiscono storici della cultura di tutto il mondo. Il Congresso, che viene ospitato ogni anno in un diverso paese del mondo – dalla Romania (2015) al Sud Africa (2014), dalla Turchia (2013) all’Australia (2009), per citarne alcuni -, riunirà a Trieste, per tre intense giornate di studio ospitate nell’Aula Magna del Dipartimento di Scienze Giuridiche, del Linguaggio, della Interpretazione e della Traduzione, un centinaio di storici di diversi paesi dai quattro continenti, e si concluderà con una tavola rotonda nell’Auditorium del Castello di Duino, con visita del Castello per gli ospiti.

Sarà quindi una vera e propria Convention degli storici che lavorano nell’ambito della storia culturale, che si riconoscono nei suoi scopi e nei suoi metodi. “Il gioco intergenerazionale dei generi sarà l’oggetto della loro indagine e rappresentazione nel suo dispiegarsi attraverso ruoli, valori, memorie, racconti, pratiche, rituali, nelle relazioni di lavoro, attraverso i paradigmi del potere, negli spazi pubblici e privati, tra identità e corporeità” sottolinea la professoressa Gabriella Valera, responsabile scientifico del Convegno, che si svilupperà coralmente attraverso un centinaio d’interventi, lezioni magistrali di eminenti storici di fama internazionale e sessioni tematiche. Genere e generazioni sono fortemente connessi, e non solo perché la percezione del genere è mutata con il passare del tempo, fluidificandosi, ma anche perché in questi ultimi anni, complice la crisi economica e la lotta per l’equiparazione dei diritti tra generi (femminile, maschile, gay, transgender), il divario tradizionalmente conflittuale tra generazioni e generi ha cambiato natura assumendo contenuti diversi e complessi. Ad aprire il Congresso, organizzato a Trieste grazie all’impegno della professoressa Valera, socio fondatore dell’ISCH e docente di storia presso le Università di Trieste e Udine, sarà una Lecture di Patrizia Dogliani, professoressa di Storia Contemporanea nell’Università di Bologna, dal suggestivo titolo “Gendering Generations”. L’intervento godrà della traduzione simultanea dall’inglese in italiano, per agevolarne la fruizione al pubblico cittadino. “La lezione – suggerisce la professoressa Valera – analizzerà che cosa ha significato e che cosa significa nella storia dare forma alle generazioni attraverso le qualificazioni di genere, pensarle, organizzarle, riconoscere al loro interno specifici statuti di soggettività”. “Con le tre giornate di studio di quest’anno – continua la prof.ssa – l’International Society for Cultural History (ISCH) intreccia i contenuti e i metodi della storiografia di genere con quelli delle storie dei giovani e delle culture giovanili, sollevando questioni che investono il rapporto con le fonti e lo specifico di una modalità storiografica che accetta la sfida del suo costante rimettersi in discussione. Casi di studio e comparazioni possibili, tempi e culture diversi, ricchezza dei materiali storiografici e questioni metodologiche daranno vita a panel tematici e lezioni, godibili anche da un pubblico non specializzato, di illustri relatori”. Come Jonas Liliequist, professore presso il Dipartimento di studi storici, filosofici e religiosi dell’Università di Umeå (Svezia), che si concentrerà sul temaEmotions Gender and generational Conflicts” (Emozioni, genere e conflitti generazionali), Guido Ruggiero, professore di storia all’Università di Miami, che discuterà di “Virtuous Women, Beastly Men, and Confused Boys: Gender and Generation in a Historian’s Decameron” (Donne virtuose, uomini bestiali e ragazzi confusi: genere e generazione in un Decamerone degli storici) e Alberto Mario Banti, professore di Storia Contemporanea all’Università di Pisa, che si focalizzerà su “Visual Paths to Gender and Generation. An analytical Exercise” (Percorsi visivi su genere e generazione. Un esercizio analitico). Ma che cos’è la storia culturale? “L’opposizione fra storia politica e storia culturale viene tematizzata nella seconda metà dell’Ottocento – racconta la prof.ssa Valera -. Peter Burke, uno dei più eminenti storici culturali viventi, scrive che oggi è molto evidente come all’idea stessa di “società” vada sostituendosi l’idea di “cultura”. Oggi sono moltissimi i focus su cui la storia culturale accende il suo sguardo. Fra tutti vale la pena di ricordare la costante attenzione alla fisicità dei “corpi in movimento”, soggetti reali che si muovono in spazi concreti, più o meno perimetrabili, “visibili” e “posizionati”. Il convegno intende ripensare proprio questa modalità con riferimento al genere (femminile, maschile, gay, transgender) e gli statuti di organizzazione del sociale che vi sono incorporati e connessi, o alle generazioni, nel loro movimento fra modelli educativi e cambiamento. Trieste è la cornice ideale di questo convegno per molte ragioni. Per la sua ricchezza multiculturale, che gli ospiti ascolteranno da subito nella voce di Mario Fragiacomo, durante il cocktail di benvenuto al Caffè degli Specchi. Ma anche per il tema proposto, cui l’Università di Trieste e particolarmente il Dipartimento di Studi Umanistici, ma anche Centri di ricerca esterni all’Università (il Centro Studi e Documentazione per la Cultura Giovanile) dedicano particolare attenzione”.

I lavori del Congresso si potranno seguire anche su Twitter (#ISCH2016 e @ISCHistory).

Per il programma completo: http://webnews.units.it/allegati/Programma_definitivo_conf_annuale_g.pdf

INFO PER LA STAMPA:

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Fadwa Tuqan e la poesia come strumento di resistenza culturale in Palestina

Il Malpaese e Il Belpaese

2a-na-50820-2.jpgHanno tracciato la rotta verso la vita

l’hanno intarsiata di corallo, di agata e di giovane forza

hanno innalzato i loro cuori

sui palmi di carbone, di brace e di pietra

E con questi hanno lapidato la bestia del cammino

Questo è il tempo di essere forti, sii forte

La loro voce è rimbombata alle orecchie del mondo

e il suo eco si è dispiegato fino ai confini del mondo

Questo è il tempo di essere forti

E loro sono diventati forti…

E sono morti in piedi

Illuminando il cammino

scintillanti come le stelle

baciando le labbra della vita.

È il 1991 quando Fadwa Tuqan, 74 anni, pubblica sul giornale israeliano Ittihad la poesia dal titolo I martiri dell’intifada, una delle sue poesie più simboliche, più vive e più strazianti.

Un grido collettivo, una lacrima sul volto di ogni madre e di ogni padre palestinese che ha visto i propri…

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QUANDO CADONO LE STELLE

In che misura è giustificato l’interesse per la vita di un artista?

Conoscere traumi dell’infanzia, vicissitudini amorose, rovesci economici,disturbi digestivi e difficoltà respiratorie di un poeta o di un romanziere ci mette in condizione di capire ed interpretare meglio al sua opera?

Oppure noi accaniti lettori siamo, in fondo, soltanto dei “guardoni” ansiosi di frugare nella vita delle nostre “star” ? Insomma semplici e banalissimi appassionati di gossip ?

Magari convinti, a torto, di essere più “nobili” di altri cultori di gossip sulla vita di veline e calciatori?

È una questione molto controversa, sull’importanza e sull’irrilevanza del conoscere, oltre alle opere di un artista, anche i particolari della sua vita, si sono espressi in molti, da Saint Beuve ( favorevole ) a Proust ( contrario).

Un fatto però è certo : che esplorare la vita di un artista è quasi sempre un esercizio affascinante.
Se poi in questo esercizio, sei preso per mano e accompagnato da qualcuno che si è prende la briga non solo di documentarsi sulla vita dell’artista, ma anche di calarsi nella sua intimità e farla uscire allo scoperto, ecco che il divertimento e l’emozione sono assicurati.

(Gian Paolo Serino)

È quanto avviene con il primo romanzo di Gian Paolo Serino, QUANDO CADONO LE STELLE.

 

La parola che mi viene più facile usare per descrivere questo libro – e devo aggiungere che non sono il primo a farlo – è “incursione”.
Serino fa proprio questo : non si accontenta di scovare i fatti, di rintracciare i documenti, di abbeverarsi alle fonti bibliografiche più disparate, si cimenta anche in un tentativo originalissimo: quello di evocare – quasi medianicamente – lo spirito dell’artista.
Non gli basta, per esempio, sapere e farci sapere che J.Salinger, l’autore de “Il giovane Holden, ha avuto una sfortunata storia d’amore con Oona O’Neill, vuole che di ogni singolo passaggio di quella storia il lettore abbia la “versione” di Salinger.Di un Salinger/Serino naturalmente.
Un biografo “normale” racconterebbe quella vicenda mettendo a fuoco gli avvenimenti esteriori e, per darci conto della loro ricaduta psicologica, si limiterebbe a cercare le lettere scritte dall’artista in quel periodo o a interrogare le persone che gli sono state accanto. Serino fa qualcosa di più, quella storia prova a viverla in prima persona.

( Oona O’ Neill)
È lui che incontra Oona, che la porta al Central Park al laghetto delle anatre, che le prende la mano e la bacia, che poi è costretto a lasciarla per andare sotto le armi.
Ed è lui che vive il lungo incubo della guerra in Europa.


E’ lui che un giorno
apprende quasi per caso che la donna che ama si è sposata a 18 anni con Charlie Chaplin
( già 54enne).

Ma lasciamo la parola all’incursore (il modo migliore per far apprezzare la qualità di un libro è simile a quello che serve per valutare la qualità di un melone : se ne taglia un tassello e lo si assaggia).

Ecco come Salinger/ Serino ci racconta dei suoi primi incontri con Oona:
oona“Un pomeriggio la prendo per mano, fuori dal cinema, e da quel momento cominciamo a fare tutto tenendoci per mano. Non so perchè. Ancora non l’ho baciata, ancora non si sa in che tipo di rapporto andremo a finire, ma ci viene così naturale, qualsiasi cosa facciamo, ovunque andiamo. […]
La bacio per la prima volta in un pomeriggio di fine estare dopo aver tirato da mangiare alle anatre del lago per un buon quarto d’ora.
Poi ci sediamo accaldati sulla nostra panchina e ci abbracciamo. Siamo al centro di ogni cosa. Tutto il resto succede intorno, non è altro che la nostra cornice. I bambini, i ciclisti, le altre coppie che hanno appena fatto un picnic, il canto invasivo delle cicale.
“Un giorno scriverò di questo lago, Ooona. Scriverò anche di queste anatre, avranno un posto importante in una storia” le dico, durante uno dei nostri pomeriggi”
Ed ecco, ancora, il brano in cui Salinger/Serino scopre che Ooona si è sposata con un altro:
Quella mattina apro il New Yorker e lo sfoglio svogliato, un po’ come sempre, alla ricerca di nuovi scrittori pubblicati al posto mio.
Volto velocemente le pagine con le dita sporche del grasso con cui lubrifico la canna del fucile, e del lucido da scarpe per gli stivali. Noto un grosso titolo, a caratteri enormi, che non faccio in tempo a leggere, ma che, per qualche motivo, pernso meriti la mia attenzione.
Torno indietro sulla pagina.L’apro.

CHARLIE CHAPLIN SPOSA A CINQUANTAQUATTRO ANNI LA GIOVANE DICIOTTENNE OONA O’NEILL, FIGLIA DEL PREMIO NOBEL EUGENE O’NEILL

Qualcosa mi strozza la gola, impedendomi di vomitare.
Disegno Chaplin e Ooona che fanno cose insieme.
Disegno un vecchio bavoso con una ragazzina che ha appena compiuto diciotto anni.
Calco così forte sul foglio da spezzare la matita. Vorrei avere un pugnale.”
J.D. Salinger
L’incursione fatta nella vita di Salinger non è la sola che troviamo nel libro di Serino.
Grazie a lui ci “caliamo” anche nella vita di Picasso, di Cary Grant, di Egdar Allan Poe, di Kafka, di Stephen King, di Ernest Hemingway.
Arrivati alla fine del libro, ci sentiamo come i bambini ai quali si raccontano le fiabe: ne vorremmo ancora.
E chissà che non accada.
Sicuramente un altro libro di incursioni come questo io correrei subito a comprarlo…

 

Bando XVII Concorso nazionale di poesia e narrativa “Guido Gozzano” – Biblioteca Poetica “Guido Gozzano”‏

Il Malpaese e Il Belpaese

poesia-810x548RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Il bando completo può essere scaricato dal blog

https://concorsoguidogozzano.files.wordpress.com/2016/03/bando-concorso-guido-gozzano-2016.pdf

 e le adesioni dovranno pervenire entro il 07/07/2016.

Sezione A – libro edito di poesie in italiano o in dialetto (con traduzione) pubblicato a partire dal 2010.

Può essere inviato un solo libro di poesie per Autore in tre copie. In un foglio a parte vanno inseriti nome, cognome, indirizzo, numero di telefono, e-mail. Saranno escluse le antologie e le opere inviate tramite e-book o files elettronici.

L’Associazione Culturale “Concorso Guido Gozzano” si prefigge l’obiettivo di conservare e catalogare tutte le opere in concorso presso la Biblioteca Poetica “Guido Gozzano” di Terzo affinché restino a disposizione di studiosi e appassionati di poesia e narrativa.

Gli elaborati dovranno essere inviati entro giovedi 7 luglio 2016 (fa fede il timbro postale) a: Concorso Nazionale di Poesia e Narrativa “Guido Gozzano” Via La Braia, 9 – 15010 Terzo…

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La Poesia e la Vita di GREGORY CORSO

Il Malpaese e Il Belpaese

StampaRICEVIAMO E PUBBLICHIAMO CON PIACERE

La Mongolfiera Editrice & Spettacoli, il Comune di Terranova da Sibari, l’Associazione Antonio Diodati-La Perla del Sud, la ScarFord, l’Azione Popolare Associazione Politico Culturale e Futuro Digitale Non Profit Association, sabato 28 maggio 2016, alle ore 19,30, Palazzo Rende – Piazza Meroli Terranova Da Sibari (CS), presentano “BOMB! BURNING FANTASY, La Poesia e la Vita di GREGORY CORSO”, un film di Matteo Scarfò con Nick Mancuso.

Il programma prevede la proiezione del film e l’incontro con il regista e l’attore protagonista.

Coordinerà la serata l’editore Giovanni Spedicati.

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ISABEL RUSSINOVA PRESENTA A TRIESTE, IN ANTEPRIMA NAZIONALE, IL SUO NUOVO LIBRO “REINAS”

L’attrice e autrice triestina d’adozione ha scelto la città giuliana per presentare la sua ultima opera, un saggio che raccoglie sei ritratti di donne che hanno fatto la Storia, in uscita in questi giorni per Curcio editore.

TRIESTE – Sei ritratti di donne dalla personalità forte, regine che hanno vissuto lontano dal nostro tempo ma, con le loro azioni, hanno segnato la nostra storia. S’intitola “Reinas” (ed. Curcio) il nuovo libro di Isabel Russinova, in uscita in questi giorni nelle librerie italiane. Per raccontarlo in anteprima nazionale l’attrice, produttrice e autrice, bulgara di madre e istriana di padre, ha scelto Trieste, città in cui ha vissuto per lungo tempo.

Il libro sarà presentato dall’autrice, introdotta dalla prof.ssa Gabriella Valera, mercoledì 4 maggio alle 18.30 presso la Casa della Musica, nell’ambito degli “Incontri con l’autore” dell’Associazione Poesia e Solidarietà. Raccoglie le storie di sei figure femminili, donne che appartengono al mito e sono diventate mito scegliendo di percorrere la strada più difficile pur di raggiungere i propri obiettivi. E’ un excursus che attraversa più di duemila anni di storia, da Berenice, figlia di Erode Il Grande, principessa giudea che ha cercato di pacificare romani ed ebrei, ad Agatha Barbara, prima donna Presidente della Repubblica di Malta e dell’Europa del ‘900. E ancora Galla Placidia, imperatrice romana rapita da Alarico, che amò Ataulfo e volle unire barbari e romani sotto lo stesso credo cristiano; Pentesilea, tra mito e storia, regina guerriera delle amazzoni, che combatté gli uomini per combattere le guerre; Rosina Crocco, “briganta”, una delle protagoniste del grande movimento femminile del nostro sud nell’800, che vide la prima ribellione attiva della donna; Tanaquilla, nobile etrusca sposa di Lucumone il Greco, che diventerà Tarquinio Prisco, re di Roma. “Sono donne che appartengono al mito e che sono diventate mito – spiega Russinova -, luminose figure femminili con in comune la forte personalità e il coraggio di scegliere la via più dolorosa e in salita per raggiungere i propri obiettivi, indirizzati verso il bene comune. Le “regine” del mio libro vogliono essere un omaggio alla femminilità, raccontando la forza, la determinazione, la dolcezza, la violenza, la bellezza, la volontà, l’intelligenza, l’astuzia, l’intuizione, la resistenza delle donne, per incoraggiarle ad essere sempre orgogliose della propria anima femminile e della propria forza interiore. Berenice, Pentesilea, Galla, Rosina, Agatha e Tanaquilla sono un esempio delle tante donne che in tutti i tempi illuminano l’umanità”. Alcune tra le figure di donna ritratte in questo libro da Isabel Russinova, da tempo impegnata nella riscoperta della storia al femminile dell’umanità, sono state portate dall’attrice anche sul palcoscenico: la storia di Agatha Barbara è stata presentata al Teatro Nazionale di Malta, davanti al Presidente della Repubblica maltese, e presto sarà proposta a Bruxelles; la vita di Galla Placidia è stata raccontata a Roma, in occasione dell’Anno della Fede 2012; le vicende della “briganta” sono state narrate sul palco del teatro Eliseo di Roma e in Basilicata, mentre la vita di Tanaquilla viaggerà sui palchi europei, in una tournée che toccherà Russia e Ucraina.

Russinova giungerà a Trieste per l’occasione da Roma, dove fino al primo maggio si è potuta apprezzare al Teatro Belli con ”La chiave di Virginia B”, omaggio al capolavoro erotico dello scrittore giapponese Junichiro Tanizaki (1886-1965).

In occasione della presentazione triestina di “Reinas”, che sarà seguita da un aperitivo, il pubblico potrà conoscere e apprezzare anche le opere dell’artista Daniela Turk, che utilizzando rame e mosaici ha rappresentato le sei regine raccontate nel libro.

INFO PER LA STAMPA

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