IL SANGUE LIMPIDO DEL MARE

Il Malpaese e Il Belpaese

1916223_10207615318014883_7640726945261301730_n.jpgAl teatro LA RIBALTA di Salerno il 23 aprile alle ore 21,00 in via S. Calenda, 98
IL SANGUE LIMPIDO DEL MARE

dopo la sua prima nazionale avvenuta a Milano all’interno del Programma EXPO Milano 2015, presso la Cascina Triulza di Agedo Nazionale (ASSOCIAZIONE GENITORI PARENTI E AMICI OMOSESSUALI) dall’ 11 al 17 maggio, settimana mondiale contro l’omofobia per il progetto “Parole Prigioniere”, in favore dei diritti delle persone LGBT e contro tutte le discriminazioni e gli stereotipi di genere, patrocinando lo stesso progetto di AGEDO (http://www.lgbtqexpo.it/415296069) e dando un contributo per la Carta dei Diritti che vuole promuovere la lotta contro ogni genere di discriminazioni (genere, età, disabilità, origine etnica, fede religiosa, orientamento sessuale) nelle future Esposizioni Universali (Dubai 2020) ed Internazionali (Antalya 2016; Astana 2017), debutta il 23 aprile a Salerno al Teatro La Ribalta ed il 24 aprile a Cosenza presso il Parco d’arte…

View original post 554 altre parole

Pubblicità

XII CONCORSO INTERNAZIONALE DI POESIA E TEATRO “CASTELLO DI DUINO”

TUTTI I VINCITORI DELduinotestatina.jpg

Duino – Trieste, 15–20 marzo 2016

Medaglia del Presidente della Repubblica al giovane poeta polacco Jakub Kożbiał, primo premio all’italiana Angelica Barona, secondo premio al poeta nicaraguense Rafael Antonio Zeledón Amador e terzo alla poetessa bolognese Stefania Marchese. Quasi mille gli autori che hanno partecipato al concorso letterario patrocinato dall’UNESCO, uno tra i più importanti riservati ai giovani, che valorizza i talenti internazionali e promuove la cultura della solidarietà.

COMUNICATO STAMPA

DUINO – E’ dedicata al “gesto e la genesi”, l’atto creativo e la forza della nascita, la XII edizione del Concorso Internazionale di Poesia e Teatro Castello di Duino, uno dei più importanti premi letterari riservati ai giovani, patrocinato dall’UNESCO fin dalla sua prima edizione. Il “Castello di Duino” è un Concorso davvero peculiare per la sua impostazione, che lo distingue dagli altri premi letterari: valuta infatti tutti i testi in lingua originale, grazie a una giuria di carattere internazionale composta da poeti, critici, docenti di letterature comparate e, da quest’anno, anche da giovani ex-vincitori. Riservato ai poeti fino ai 30 anni di età, con una graduatoria speciale per i giovanissimi, una sezione riservata alle scuole e una sezione teatrale, ha registrato una partecipazione sempre più ampia negli anni. Dai suoi esordi ad oggi ha coinvolto ben 12000 poeti provenienti da 90 Paesi e un pubblico sempre più numeroso e appassionato. Nell’edizione di quest’anno a cimentarsi sul tema assegnato sono stati più di 900 concorrenti, provenienti da ogni angolo del globo, dalla Cina alla Palestina, dal Botswana al Cile e fino alla Nuova Zelanda, oltre a moltissimi poeti europei.

Tanti di questi giovani autori, che hanno inviato versi e pièces teatrali, dal 15 al 20 marzo arriveranno a Trieste, città cosmopolita per storia e collocazione geografica, per partecipare ai numerosi incontri in calendario per la “Festa della letteratura e della poesia”: incontri, letture, workshop, concerti, spettacoli teatrali, esposizioni. A concludere la manifestazione sarà proprio la cerimonia di premiazione del concorso, ospitata ancora una volta negli spazi del Castello di Duino, celebrati da Rilke nelle sue “Elegie Duinesi” e aperti con gioia dai principi della Torre e Tasso per questo appuntamento. A giudicare questi poeti, valutandone le poesie nella loro lingua madre, una giuria internazionale composta da Helena Simoes Barbagelata, Marji Čuk, Guido Cupani, Arben Dedja, Antonio Della Rocca, Pietro U. Dini, Silvia Favaretto, Julius Franzot, Franco Gatti, Irini Karavalaki, Tomaso Kemeny, Giancarlo Micheli, Isabella Panfido, Sandro Pecchiari, Ana Cecilia Prenz, Lili Radoeva Destradi, Marina Bartolucci Sedmak, Antonio Staude, Iza Strselecka e Anna Zoppellari.

A spuntarla quest’anno, aggiudicandosi la prestigiosa medaglia del Presidente della Repubblica, è stato un giovane autore polacco, Jakub Kożbiał, con la poesia “Martwe morze” (Acque morte). Va a un’autrice italiana invece il primo premio del concorso, 500 euro vinti da Angelica Barona (Dubino, Sondrio), con “Tenerezza e indaco”. Viene dal Nicaragua il secondo classificato, Rafael Antonio Zeledón Amador, che con “Cuatro bombardeos en un país lejano” (Quattro bombardamenti in un paese lontano) vince 500 euro. Sul terzo gradino del podio, con la poesia “Genesi 2, 23”, un’altra poetessa italiana, la bolognese Stefania Marchese, che si è aggiudicata un premio da 500 euro.

Vola in Nigeria la Targa Centro UNESCO di Trieste, vinta da Ehizogie Emmanuel Iyeomoan con il componimento “A dead poet’s table of contents” (Sommario di un poeta morto), mentre la Targa Alut va a un poeta bosniaco, Edin Rikalo, con “Strijelac” (Cecchino). La Targa dedicata a Sergio Penco, compianto membro della giuria e raffinato poeta amico dei giovani, va a una giovanissima italiana under 16: Shannon Magri (Cremona), con “Così è (nascita e morte di un gesto)”. Saranno assegnate inoltre delle menzioni speciali ad altri giovanissimi, dai dieci ai 16 anni, e premi per i progetti scuola. Per la sezione riservata al teatro invece, che richiedeva l’invio di un monologo o dialogo tra due personaggi, la giuria – composta da Giuliana Artico, Paolo Quazzolo, Gianfranco Sodomaco, Fabrizio Stefanini e Giuliano Zannier – assegna il primo premio alla triestina Giuliana Tumia, con “Dentro un cerchio c’è il sole”, segnalando inoltre i lavori “Lo sciopero dei gesti” di Michael Crisantemi (Terni), e “Polvere”, di Stella Radicati (Lussemburgo).

“Quest’anno il tema era sofisticato e suggestivo, difficile da interpretare – commenta la prof.ssa Gabriella Valera, promotrice del concorso con l’associazione da lei presieduta, Poesia e Solidarietà -: il gesto della genesi è così puro da non poter reggere il confronto con nessun altro gesto, se non con quello della distruzione, scrive un giovane poeta di 16 anni. Molti partecipanti hanno riletto i temi della Genesi con sentimenti nuovi, come il terzo premio, Stefania Marchese: “Non dalla fredda costola di Adamo nacqui io… Sono sporca di sangue, di terra e sudore. Sono nata da Eva, da un peccato d’amore”; o il vincitore della medaglia del presidente della Repubblica, nella cui poesia si avverte il dramma delle migrazioni”.

A testimonianza del forte impegno civile che caratterizza il concorso, promosso dall’Associazione di volontariato “Poesia e Solidarietà” di Trieste presieduta dalla professoressa Gabriella Valera Gruber, parte dei premi in denaro sarà devoluta dai vincitori a progetti umanitari nel loro Paese d’origine e, per volontà di Antonietta Risolo, titolare della Casa Editrice Ibiskos Risolo, anche il ricavato del libro che raccoglierà le poesie dei vincitori andrà alla Fondazione Luchetta Ota D’Angelo Hrovatin, per i bambini vittime di guerra.

Concorso Internazionale di Poesia Castello di Duino

Trieste – Duino (varie sedi)

15-20 marzo 2016

http://home.castellodiduinopoesia.org

INFORMAZIONI PER LA STAMPA:

Presentazione de “La donna che Dio non volle” di Alfredo Bruni, ed. La Mongolfiera‏


Copertina-A5-680x365.jpgLA COLPA DI SCRIVERE
ASSOCIAZIONE ANTONIO DIODATI – LA PERLA DEL SUD
LA MOLGOLFIERA EDITRICE

CON IL PATROCINIO DEL COMUNE DI TERRANOVA DA SIBARI (CS)

Nei guanciali di carta ci vivono gli altri:
Prima presentazione de
“La Donna che Dio non volle” (Ed. La Mongolfiera)
di Alfredo Bruni

sabato 27 febbraio 2016, ore 17,30
Sala Convegni
Palazzo Rende, P.zza Meroli
Terranova da Sibari

Intervengono:
Placido Bonifacio – Attore e scrittore
Alfredo Bruni – Autore
Giulia Bruni – Pres. Ass. A. Diodati
Luigi Bruni – Sceneggiatore e illustratore
Romilda Ciardullo – Poetessa
Griselda Doka – Scrittrice
Luigi Lirangi – Sindaco di Terranova da Sibari
Gianni Mazzei – Scrittore, critico d’arte, filosofo
Pasquale Montalto – Scrittore e psicoterapeuta
Paolo Pellicano – Artista
Giovanni Spedicati – Editore de La Mongolfiera
Mihaela Talabà – Traduttrice e scrittrice

Letture a cura di Placido Bonifacio e Mihaela Talabà
Servizio fotografico di Marta Grillo

LA COLPA DI SCRIVERE e L’ASSOCIAZIONE ANTONIO DIODATI – LA PERLA DEL SUD, hanno indetto la seconda edizione del premio, per racconti brevi, UNA FIABA PER L’INFERNO, Fatti e storie di ordinaria scruttura. Il premio consiste nella pubblicazione del racconto vincente.

11223760_1715743638647174_7804982958741388583_n
La Colpa di Scrivere
Associazione Antonio Diodati – La Perla del Sud

PREMIO UNA FIABA PER L’INFERNO
Fatti e storie di ordinaria scrittura

1) Il premio è destinato a racconti editi o inediti in lingua italiana.


2) Si partecipa, inviando un solo racconto, a tema libero, dalla lunghezza non superiore ai 10.000 caratteri (spazi esclusi) (saranno tollerate eccedenze di max. 300 caratteri), in duplice copia, al seguente indirizzo: ASSOCIAZIONE ANTONIO DIODATI – LA PERLA DEL SUD, CORSO MARGHERITA, 87010 TERRANOVA DA SIBARI (CS). Sul plico dovrà essere riportata la seguente scritta: “PARTECIPA AL PREMIO UNA FIABA PER L’INFERNO”. Di seguito al racconto, l’autore indicherà nome e cognome, recapito postale, eventuale recapito telefonico, indirizzo e mail e un breve curriculum (facoltativo). Termine ultimo per l’invio del materiale è il 29 febbraio 2016.


3) Ogni partecipante dovrà, inoltre, inviare come allegato formato Doc. copia del racconto, contenente tutte le indicazioni di cui all’art. 2, al seguente indirizzo mail: lacolpadiscrivere.fz@libero.it. L’oggetto della mail dovrà essere: PARTECIPAZIONE AL PREMIO UNA FIABA PER L’INFERNO


4) La quota di partecipazione è di Euro 10, da inviare, tramite bonifico bancario, sul C/C intestato a Associazione Antonio Diodati La Perla del Sud Banca Monte dei Paschi di Siena Agenzia n.1 Corso Mazzini n. 150/152 Cosenza Iban : IT06X0103016201000001312975, o inserita direttamente nel plico contenete il lavoro inviato.


5) Con la partecipazione al premio, ogni concorrente certifica la paternità e la piena disponibilità del lavoro inviato e ne autorizza l’utilizzo e la diffusione in qualsiasi forma e modo. Ogni concorrente, con la partecipazione al premio, autorizza, altresì, l’organizzazione al trattamento dei suoi dati personali.


6) La giuria, il cui operato è insindacabile e che si riserva il diritto di non assegnare il premio, sarà composta da due rappresentanti de “La Colpa di scrivere”. Il premio consiste nella pubblicazione di una fanzine de “La Colpa di Scrivere”, illustrata con uno o più disegni di Luigi Bruni. Trenta copie sono destinate all’autore.

Terranova da Sibari 13 dicembre 2015

Giulia Bruni
Pres. Ass. Antonio Diodati

Con preghiera di diffusione.
Grazie

https://www.facebook.com/events/919817484733609/

L’irresistibile fascino di un appuntamento al buio… con un libro

Interessante articolo

gio.✎

Prendi della carta da pacco marrone, quella che solo a guardarla dona un senso di calore e di attesa.
Prendi del filo di spago, rustico, che da l’idea di qualcosa di intimo e casalingo.
Prendi un pennarello nero e scrivi sulla carta da pacco un po’ di parole chiave che insieme descrivono un libro, ma che lette da sole non vogliono dire niente.

Prendi tutte queste cose e confezionaci un libro – sì, quello che risponde alle parole chiave che hai scelto – trasformandolo in un pacchetto anonimo dove titolo, autore, trama e soprattutto copertina sono nascosti al lettore.
Poi vendilo nella tua libreria.

Pubblicazione1

Questo, forse, è quello che ha pensato lo staff della Elizabeth’s Bookshop di Sidney quando ha creato il progetto Blind Date with a Book, letteralmente “appuntamento al buio con un libro”.
Avete presente il detto: “mai giudicare un libro dalla copertina?“…

View original post 261 altre parole

TAREQ IMAM : Le mani dell’assassino

0001.jpg

In un Cairo spettrale, dall’atmosfera cupa e insolitamente piovosa, una metropoli sovrastata da grattacieli abbandonati e popolati da fantasmi, lungo strade affollate da storpi, prostitute e strani manichini animati, vive Salem, impiegato dell’Organismo Centrale per le Statistiche e la Mobilità Pubblica con il “sacro compito” di collaborare al censimento. Salem, “un vecchio di trent’anni”, uno dei discendenti dell’Eremita capostipite di una stirpe di assassini che popolano la città, vive e rivive i fatti di sangue narrati nell’antico manoscritto ereditato dal suo avo e ne mette in pratica gli insegnamenti perpetrando i propri delitti con la mano destra, “quella che lavora sodo”, affinché la sinistra, “liscia, superba e amante del lusso”, possa completare la stesura del suo diwan, la raccolta di poesie scritte con il sangue di ogni vittima.

Un affresco della capitale egiziana e dei suoi abitanti dalle inusuali e sorprendenti tinte gotiche.

«Un assassino sociopatico e schizofrenico, una creatura in via d’estinzione nella letteratura araba, ma soprattutto, Imam ha qualcosa da dire su come si viva nel Cairo moderno». Ahmed Khalifa, blogger.

Tareq Imam (nato in Egitto nel 1977) scrittore, critico e giornalista, è il capo redattore della prestigiosa rivista letteraria egiziana Al Ibda‘. Ha pubblicato cinque raccolte di racconti e altrettanti romanzi, ottenendo importanti riconoscimenti e premi quali il So’ad El Sabah (2004), il Sawiris (2009 e 2012) e nel 2013, con ‘Ayn (Un occhio), ha vinto la III Edizione dell’International Flash Fiction Competition Cesar Egido Serrano Foundation, Museum of Words nella categoria “racconti in lingua araba”. Le mani dell’assassino (Hudu’ al-qatala, il Cairo) è stato pubblicato in lingua araba nel 2008.

traduzione dall’arabo di Barbara Benini
DAL 14 GENNAIO

 

Ufficio stampa Atmosphere libri
via Seneca 66
00136 Roma
mobile: +39 3381872429

Analisi del 2015

I folletti delle statistiche di WordPress.com hanno preparato un rapporto annuale 2015 per questo blog.

Ecco un estratto:

La sala concerti del teatro dell’opera di Sydney contiene 2.700 spettatori. Questo blog è stato visitato circa 23.000 volte in 2015. Se fosse un concerto al teatro dell’opera di Sydney, servirebbero circa 9 spettacoli con tutto esaurito per permettere a così tante persone di vederlo.

Clicca qui per vedere il rapporto completo.

Doveva essere una recensione…..

pascuzzo….. ma non lo sarà……

Su invito di un amico ho partecipato alla presentazione del suo libro presso la libreria Feltrinelli di  Arezzo… e così ho conosciuto Anna....

E di lei voglio parlare.

Un viso particolarissimo….un profilo  senza tempo…. attuale e antico al tempo stesso.

Come il suo libro che ,coraggiosamente, senza averli vissuti ( Anna è una giovane donna) affronta gli anni 70/80 e le tematiche vissute in quegli anni.

Con grande talento si immedesima in atmosfere che hanno odore di gonne lunghe a fiori, zoccoletti di legno e di patchuli…..

Chi scrive ( franca c. )  quegli anni li ha vissuti e può solo dire che sono descritti benissimo… anche e soprattutto emotivamente.

Questo è il mio modestissimo  regalo per il tuo/vostro matrimonio Anna….o meglio scritturarte di anna pascuzzo.

Auguri Anna, Auguri Alessandro.

PS: Una parola sola su ciò che mi ha colpito visivamente .. l’immagine ( forse emblematica ) di copertina con l’arcobaleno che nasce ( si tuffa  ? ) nel mare…

Un luogo? La casa di un’amica. Un tempo? Primi anni Settanta. Inizia così l’avventura di Emma, il suo viaggio al tempo delle lotte femministe, quando la domanda di riconoscimento incalzava, quando le donne erano in rivolta. Con un gruppo di amiche, diverse per età ed esperienza, Emma va incontro alle prime scoperte, verso il senso della vera uguaglianza, in una narrazione che ci presenta ostacoli, sofferenze ma anche tanto entusiasmo e passi avanti. La nostra giovane donna s’interroga sul senso dello stare al mondo, a partire da sé, dalle sue passioni, dal suo amore per l’arte e gli uomini. In questo itinerario fatto di entusiasmo ancora incantato, scevro dalla maliziosa retorica del presente, Emma s’imbatte in altre storie di donne, scoprendo che esse hanno tutte vite comuni e universali. La voce di Emma è la voce di una madre, ma anche di una figlia, di un’amica, di una sorella. Le parole di Emma sono la nostra coscienza che rintraccia in modo impietoso la disumanità nel comportamento e nei costumi, prodotto entrambi di un potere patriarcale e maschile che ha sconfinato il nostro Paese civile in indegne classifiche, nel ruolo di “aguzzino delle donne”.  ( Pari, dispari e donne. A piedi verso la libertà)

Per chi volesse acquistare il libro può andare a questo link su IBS.

“Casanova” di Stefan Zweig

“Cio’ che altri devono inventare, lui lo ha appreso respirando…

Parte con una formidabile stroncatura  il saggio su Giacomo Casanova di Stefan Zweig ( Casanova, edizioni Castelvecchi)

La presenza di Casanova nel Pantheon dei geni creativi è “tanto poco giustificata quanto quella di Ponzio Pilato nel credo religioso”.

I suoi versi sono “improvvisati”  e “puzzano di muffa accademica”.

Il suo romanzo utopistico Isocameronè “ampolloso” e per leggerlo ci vuole la “pazienza di un agnello sotto una pelle d’asino”

“Casanova – scrive Zweig – non appartiene alla nobiltà poetica più di quanto appartenga all’almanacco del Gotha; parassita in entrambi i casi, intruso senza rango ne’ diritti”.

Com’è allora, si domanda Zweig, che nonostante la sua innegabile mediocrità letteraria, Casanova ha ancora un posto di rilievo nella letteratura mondiale?

“Con ogni probabilità, la sua Iliade erotica continuerà a vivere e a trovare lettori infiammati quando già da tempo La Gerusalemme liberata e Il pastor fido avranno raccolto la polvere del tempo sui loro alti scaffali, solenni e non lette antichità storiche”

Il segreto del successo di Casanova non è il modo di descrivere e raccontare la propria vita, dice Zweig, ma il modo in cui la visse!

Mentre altri letterati hanno sacrificato gran parte dell’esistenza alla costruzione  della propria immortalità, Casanova non ha rinunciato “a un briciolo della propria gioia, a un’ora del suo sonno, a un minuto del suo piacere.

Solo quando, ormai vecchio e malandato, è ormai messo alla porta da tutti, oltre che respinto e deriso dalle donne, decide di scrivere la sua storia.
Per intrattenere se stesso, per crearsi, attraverso quelle pagine, “un surrogato della vita che gli veniva a mancare”.

E che storia viene fuori da quelle pagine!

Cio’ che altri devono inventare, lui lo ha appreso respirando.…[…] Nessun poeta del suo tempo ha inventato tante situazioni e variazioni quante ne ha vissute Casanova e nessun uomo si è mai lanciato attraverso curve così ardite attraverso tutto il secolo”

Raramente- scrive Zweig -i poeti hanno una biografia e ugualmente di rado gli uomini che ne hanno una sono capaci di raccontarla.

“Casanova rappresenta una meravigliosa eccezione, quasi unica nel suo genere : un uomo appassionato, una memoria dannata, un carattere senza freni, che si mette a raccontare la propria grandiosa vita senza vincoli morali, senza malefici poetici, senza ricami filosofici e invece con tutta obiettività, proprio com’è stata: fervida, rischiosa, lasciva, ma sempre emozionante e piena di imprevisto.


E la racconta non per ambizione letteraria o per millanteria, per fare penitenza o per esibizionistica brama di confessione, ma senza ritegni e fisime, proprio come un veterano che racconta la sua vita all’osteria con una pipa tra i denti”


E’ una fortuna che Casanova non abbia nemmeno per una attimo pensato a “scrivere per la gloria”, cioè per le generazioni future. (“ Solo chi non persegue alcun scopo arriva ad una sincerità così spregiudicata e perciò così elementare”).

” Lo si può disprezzare per la sua mancanza di principi e per la poca serietà morale, lo si puo’ smentire come storico e disconoscere come artista.

Impossibile, però, farlo morire di nuovo, perchè, malgrado tutti i poeti e pensatori, il mondo non ha inventato da allora un racconto più romantico della sua vita e nessun personaggio più fantastico di Casanova “.

“Preferirei di no”

Ho appena finito di rileggere, dopo circa quarant’anni dalla prima lettura, uno dei racconti più famosi e più belli di tutta la letteratura, “Bartleby, lo scrivano” di Herman Melville

E’ la storia, narrata in prima persona, di un avvocato di New York che, all’ampliarsi della sua attività, decide di assumere un terzo scrivano nel suo ufficio di Wall Street

Risponde all’annuncio Bartleby.

Il narratore lo descrive come persona “pallidamente linda, penosamente decorosa, irrimediabilmente squallida!”.

In principio Bartleby esegue diligentemente il lavoro di copista, ma si rifiuta di svolgere altri compiti, sconcertando il suo principale con la risposta “Preferirei di no” ( in originale “I would prefer not to”).

Più avanti smette di lavorare del tutto.

Alle sollecitazioni, alle suppliche, alle rampogne del suo datore di lavoro si limita a dare come unica spiegazione la medesima frase.

Una domenica, trovandosi a passare dalle parti del proprio ufficio, il narratore, con sua grandissima sorpresa, scopre che Bartleby ha preso lì la sua dimora.

Inserendo la chiave nella serratura, mi accorsi che non girava, a causa di qualcosa inserito dall’altra parte. 

Piuttosto sorpreso, provai a chiamare, e con mia grande costernazione, sentii un’altra chiave girare dall’interno: spingendo verso di me il viso smunto dalla porta socchiusa, mi apparve la visione di Bartleby in maniche di camicia, e per il restto con indosso nient’altro  che una veste da camera incredibilmente sbrindellata.

[…] L’apparizione del tutto inattesa di Bartleby che occupava i locali del mio studio la domenica mattina con la sua nonchalance cadaverica e signorile, ma altrettanto ferma e controllata, produsse in me un effetto talmente strano che non esitai a sgattaiolarmene via.”

Non descrivo gli sviluppi della vicenda per lasciare a quanti non avessero letto questo straordinario racconto il piacere di scoprirli dalle parole di Melville.

La cosa su cui riflettevo stamattina, finendo di leggere il racconto, è la meravigliosa sintesi della frase con la quale Bartleby accompagna ogni suo rifiuto : “Preferirei di no”.

Bartleby non dà mai in escandescenze, non reagisce con atteggiamenti polemici, come farebbe un lavoratore di fronte a pretese lesive della sua dignità e dei suoi diritti.

Bartleby, semplicemente, quasi buddisticamente, si limita a dire che “prefeirebbe di no”.

E questa sua dichiarazione tranquilla e disarmata è invalicabile, blocca del tutto,  per lunghissimo tempo, il suo datore di lavoro ( uomo ammodo e di buon cuore) .

Che dire ? Un personaggio fantastico, incredibile.

Secondo alcuni il precursore della letteratura esistenzialista, secondo altri un tentativo di narrazione alla Dickens ( autore al quale si dice che Melville guardasse con invidia per il suo successo) per altri ancora il resoconto romanzato di un fatto di cronaca, il racconto si legge – tutto d’un fiato – in poco meno di un’ora e mezzo.

E per un po’ ti rimane dentro quella specie di mantra.

Che, a pensarci bene, si adatterebbe splendidamente a molte delle sollecitazioni che ci arrivano tutti i giorni da infinite fonti:

Vuoi un caffè? 

Preferirei di no

Vuoi guardare la tv?

Preferirei di no.

C’è Salvini.

Preferirei di no.

C’è Renzi

Preferirei di no

C’è Vendola

Preferirei di no.

C’è Grillo.

Preferirei di no.

Vuoi un cannolo?

Preferirei di no

Un piatto di bucatini?

Preferirei di no

Vuoi fare una passeggiata?

Preferirei di no

Leggere una nota di Cusumano su facebook?

Preferirei di no!”

Filippo Cusumano