Londra

La storia di Sylvia dalla parte di Ted.

ted divanoTed

Ieri nel mio post dedicato a  Sylvia Plath e Ted Hughes – lo trovate qui –  ho raccontato la tormentato storia di questa vicenda “dalla parte di Sylvia”, cioè mettendo in luce la sua visione delle cose e raccontando i fatti salienti della sua avventura umana e letteraria.

Mi sembra giusto dedicare oggi pari attenzione a Ted Hughes.

Per anni il suo comportamento nei confronti di Sylvia è stato oggetto di critiche pesantissime e la grandezza della sua poesia è stata in parte offuscata, in parte “assorbita” da questa vicenda.

Per molti che non hanno letto o approfondito la sua opera, Ted rimane l’uomo che, innamoratosi di punto in bianco di un’altra donna, ha abbandonato la giovane e fragilissima moglie con due bambini piccoli, di fatto causandone il suicidio.

Ted per molti è stato per gran parte della sua vita solo quello.

Forse meritava e merita di più.

Ma veniamo a noi.

tedhughes

Dedicato a Sylvia

Più alta                                                                                                   sylvia in costume
di quanto non saresti più stata.
Ondeggiavi così snella
che le tue lunghe, perfette gambe americane
sembravano salire su su su.
Quella mano divampante,
quelle lunghe dita danzanti,
di eleganza scimmiesca.
E il viso: una palla tesa di gioia.
Ti vedo là, più chiara, più vera
che in tutti gli anni nella sua ombra –
come se ti avessi visto quell’unica volta e poi più.
La cascata sciolta dei capelli
quella molle cortina
sul viso, sulla cicatrice.
E il tuo viso
una gommosa palla di gioia
intorno alla bocca dalle labbra africane, ridente,
dipinte di cremisi.
E i tuoi occhi
strizzati nel viso, succo di diamanti,
incredibilmente luminosi,
come succo di lacrime
che potevano anche essere lacrime di gioia,
una spremuta di gioia.
Volevi strabiliarmi
con il tuo brio.

Con questa poesia Ted Hughes descrive il suo primo incontro con Sylvia Plath. Praticamente un’epifania, una folgorazione fisica.

E’ il 1956, Sylvia  dal punto di vista fisico non deve essere molto diversa dalla ventenne in reggiseno e pantaloncini che vediamo qui sopra a destra.

ted giovane8Anche Ted è un uomo molto attraente.

I due poeti si incontrano oltre che sul piano delle affinità elettive e dei sentimenti anche sul piano fisico.

Anni dopo, Ted pubblicherà le sue lettere. Tutti andranno acercarvi i particolari della sua tormentata storia con Sylvia e troveranno questo ricordo di una notte d’amore appena trascorsa:

“Questa notte non è stata altro che una scoperta di quanto sia liscio il tuo corpo. Il ricordo mi passa nelle vene come brandy”.

Vita di Huhes ( notizie riprese da Wikipedia)

I primi anni

Hughes nasce nel 1930 a Mytholmroyd nel West Workshire , da William, carpentiere , e da Edith Farrar donna sensibile e amante della lettura.

L’infanzia è felice. Vive in campagna e gode di molte delle gioie e dei divertimenti  che sono alla portata di chi vive in campagna.

Ascolta estasiato  le storie che il fratello maggiore  Gerald gli racconta, ama le passeggiate tra i campi, si appassiona agli animali  e prende l’abitudine di disegnarli e scolpirli con la plastilina

Nel 1937  la  famiglia si trasferisce a Mexborough, nello Yorkshire per gestire un’edicola con rivendita di tabacchi.  Il fratello Gerald sceglie invece di lavorare come  nel Devon come guardaccia, emigrando successivamente in Australia ( con grande sofferenza di Ted che gli è attaccatissimo)

A Mexborough frequenta i primi anni di scuola dimostrando subito grande  passione per la lettura. Inizia anche  a scrivere piccoli racconti d’avventura (“… nascevano in gran parte dalle mie letture. Mi specializzai in eventi fantastici e avventure cruente“) 

Nel 1941 va  alla ” Grammar School” dove  ottimi insegnanti  ne  incoraggiano la vena artistica, mentre lo inizia alla poesia la sorella Olwyn, maggiore di due anni, che possiede, a detta dello stesso Ted “… un gusto poetico meravigliosamente precoce”.

La poesia prende  il sopravvento sulle altre passioni. Passa così dai racconti di avventure ai brevi poemi, che vengono anche pubblicati dal giornalino della scuola.

I suoi modelli sono Yeats, Eliot, Dylan Thomas e, tra i romanzieri, Lawrence

Ne1948 va  Cambridge dove frequenta Letteratura Inglese, per poi passare, dopo i due anni di servizio militare,  ad antropologia e archeologia.

Nel  1954, anno della sua laurea, esce su una  rivista ” The Little and the Seasons, una poesia che  firma con lo pseudonimo di Daniel Hearing ma che non apparirà mai nelle sue raccolte.

Trasferitosi a Londra svolgere lavori d’ogni tipo, per guadagnarsi  da vivere e avere nel frattempo la possibilità di scrivere. Nei  week-end si reca regolarmente a Cambridge per studiare in Biblioteca e ritrovare i vecchi amici .

E’ una fase di incertezze e di tensioni. E’ un anno che si è laureato quando scrive al fratello Gerald: “Dovrò trovarmi un lavoro rispettabile altrimenti Mamma ne farà una malattia. Mi sto dando da fare per trovare qualcosa in televisione, o alla BBC, o nel cinema.”

L’incontro con Sylvia.

ted e sylvia appena conosciuti

All’inizio del 1956 un amico  gli propone di lavorare presso gli studi cinematografici di “Pinewood ” con il compito di redigere schede di romanzi e opera teatrali da utilizzare come soggetti cinematografici.
Accetta  senza entusiasmo.

A febbraio, durante un party Ted conosce Sylvia  in visita in Gran Bretagna avendo conseguito una borsa di studio.

Tra i due  nasce subito un grande amore e Hughes decide di lasciare il suo lavoro per trasferirsi a Cambridge per rimanere con Sylvia.
La loro unione sarà, da quel momento, come scrive Anna Ravaro,..un sodalizio letterario, pur nell’indipendenza creativa individuale, che durerà per tutti gli anni della loro unione, nonostante le differenze di formazione e di sensibilità e i metodi compositivi radicalmente diversi”

Il 16 luglio si sposano alla presenza della sola madre di Sylvia.

Nel 1957,  incoraggiato da  Sylvia, Ted presenta ad un concorso di poesia che si tiene a New York una raccolta di quaranta poesie con il titolo “The Hawk in the Rain” con la quale vince il premio  il  che gli dà la possibilità di pubblicarle subito con la “Harper Bros”.  Il testo viene pubblicato anche  in Inghilterra con una dedica a Sylvia e viene   segnalato dalla “Poetry Book Society” come il libro migliore dell’anno.

Ted è felice e in una lettera al fratello afferma che da quando ha conosciuto Sylvia la sua vita è cambiata: La mia vita in questi ultimi tempi è splendida, meravigliosamente guarita rispetto a com’era prima. Il matrimonio è il mio elemento naturale. Anche la mia fortuna prospera grazie ad esso, e così pure quello che produco. Non hai idea di che vita felice facciamo io e Sylvia o forse ce l’hai. Lavoriamo, facciamo passeggiate, ripariamo a vicenda quello che scriviamo. Lei è uno dei migliori critici che io abbia mai conosciuto e comprende perfettamente la mia immaginazione, e anch’io credo di comprendere la sua.

Insomma le cose tra i due poeti erano incominciate nel migliore dei modi. Si piacciono fisicamente. Belli e ricchi di talento, si incoraggiano a vicenda, nel corso degli anni successivi la loro unione viene anche, come si usa dire, “allietata” dalla nascita di due splendidi bambini.silvia figli

Ci sono tutti i presupposti per una storia di quelle che non finiscono mai, tale e tanta è la quantità e la qualità delle cose che i due hanno da dirsi, presi come sono da un meraviglioso sogno comune, quello della parola scritta.

Eppure, poco alla volta qualcosa si incrina e quello che era stato un sogno si trasforma lentamente, ma inesorabilmente in un incubo.

C’è sicuramente un modo facile e tremendamente convenzionale per spiegare quello che è accaduto in quella mattina del 1963, quando Sylvia, dopo aver cercato di resistere per qualche tempo al dolore dell’abbandono da parte di Ted, si chiuse in cucina, si sdraiò sul pavimento e accese il gas del forno.

Tra l’epoca della vita “felice e fortunata” descritta da Ted e quell’alba disperata e terribile ci sono tanti avvenimenti: c’è la nascita dei figli, c’è il ritorno dei demoni privati di Sylvia  , cè l’apparizione di Assia Guttmann (insomma quello che ho raccontato nel post precedente).

Facile e sbrigativo arrivare, anzi “saltare”, come hanno in molti ( me compreso in un primo tempo) alle conclusioni.

C’è una moglie giovane, bella , intelligente, con un enorme talento, ma anche tremendamente fragile. L ‘arrivo dei figli ha stravolto completamente la sua vita. Teme di dover sacrificare a loro la sua poesia,  teme di non essere più desiderata dal marito, i fantasmi delle sofferenze del passato tornano ad assediarla.E nel momento in cui  avrebbe bisogno di suo marito più che di ogni altra cosa, cosa succede?

Lui se ne va con un’altra. Con una donna più vecchia di lei, ma di una bellezza che mi riesce di definire solo in un modo :    intrigante.

Almeno a giudicare dalle foto.

Ho smanettato a lungo con i motori di ricerca per trovare una foto che rendesse il fascino di Assia.  Ne ho trovato un paio  che mi sembrano all’altezza e ci ho lavorato su con photoshop per ricavarne due  ingrandimenti, che sono quelli che vi sottopongo.assia giovane

assia3jpg Sicuramente tutto, tranne che una donna fisicamente inespressiva e banale.

Ma quanto ha influito  l’attrazione per Assia nella scelta di lasciare Sylvia?

E quanto invece lo sgomento di Ted nel vedere sua moglie tornare in preda ai suoi demoni di un tempo?

In che misura, insomma, per parlarci chiaro, Ted è colpevole  per l’abbandono di Sylvia?

Quasi sicuramente, ho finito per convincermi, la fuga con Assia è stato solo l’effetto, non la causa della crisi.
Quasi sicuramente quella crisi era iniziata da tempo, da quando cioè Ted aveva scoperto di avere accanto a sè una donna diventata molto diversa da quella di cui si era così istantaneamente innamorato a Cambridge.

La dimensione del post non si presta a citare completamente tutte le poesie attraverso le quali Ted torna alla sua storia con Sylvia.

Mi limito a citare solo alcune frasi, lasciando ai lettori, che volessero approfondire la possibilità di risalire ai testi completi.

Ecco i versi che ho scelto

Quelli di SHOT ( che descrivono la forza irriducibile dei demoni privato di Sylvia e l’impotenza di Ted a salvarla)

[…]dentro il tuo Kleenex zuppo di singhiozzi
e i tuoi attacchi di panico il sabato sera,
sotto i capelli pettinati ora in questo ora in quel modo,ted sui quaranta
dietro quelli che sembravano rimbalzi
e la cascata di grida in diminuendo,
non deflettevi.

[…]Al mio posto, il giusto medico-stregone
forse ti avrebbe afferrata al volo a mani nude,
ti avrebbe palleggiata, per raffreddarti,
senza dio, felice, pacificata.
Io riuscii solo ad afferrare
una ciocca di capelli, il tuo anello, l’orologio, la vestaglia.

ted sui sessantaE che dire , infine dei versi terribili che chiudono la poesia  Come un Orfeo mancato?

E intanto il mio corpo affondava nella leggenda
In cui i lupi cantano nella foresta
Per due bambini trasformati nel sonno
In orfani
Accanto al cadavere della madre.

Filippo Cusumano


“Un cavallo da corsa in un mondo senza piste” : la storia di Sylvia Plath.

sylvia bambinaQuesta è la storia di due poeti, Sylvia Plath e Ted Hughes.

Le loro vite si intrecciarono circa cinquant’anni fa.

Si sposarono ed ebbero due figli.

La loro storia è talmente complessa  da rendere necesssario svilupparla in più di un post per avere il modo di dare voce a tutti i protagonisti: lui. lei, l’altra (morta suicida a sua volta).

Cominciamo da Sylvia.

SYLVIA

Sylvia Plath nasce il 27 ottobre del 1932 a Jamaica Plain, un sobborgo di Boston.

sylvia in costumeSuo padre Otto Emil Plath, è uno stimato entomologo e un eccellente linguista . Incontra la madre di Sylvia,   Aurelia Schober , di ventun anni più giovane,  appartenente ad una  famiglia austriaca emigrata nel Massachusetts, di ventun anni più giovane, durante in corso di tedesco alla Boston University e le sposa  nel gennaio del 1932.

Dopo due anni e mezzo nell’aprile del 1935 nasce il fratello di Sylvia, Warren Joseph.

Poco tempo dopo la nascita del secondo figlio, Otto Plath si ammala di diabete mellito, ma rifiuta di sottoporsi a cure mediche, fino a quando nel 1940, è costretto a farsi amputare una gamba. Poco dopo muore per embolia polmonare.

Sylvia dirà che la morte del padre segna la fine della sua infanzia e di ogni felicità.

Sylvia, sotto gli occhi della madre , alla quale è legatissima, dimostra subito, sin dai primi anni della sua adolescenza il suo talento di poetessa.
A 12 anni incomincia a pubblicare le sue poesie in una rivista scolastica rivista scolastica.

sylvia4A diciotto anni , dopo 49 rifiuti, pubblica  un racconto: “E l’estate non tornerà di nuovo” (And summer shall not come again).

Tre anni dopo vince una borsa di studio ed un soggiorno di un mese a New York come redattore inviato (guest editor) della rivista femminile “Mademoiselle

Tornata a Boston dalla madre, partecipa agli esami di ammissione ad un corso di scrittura, ma non viene scelta. Per la delusione entra in uno stato depressivo che preoccupa molto la madre, che la porta da uno psichiatra che le prescrive un ciclo di elettroshock, che le vengono praticati senza anestesia.

“Poi qualcosa calò dall’alto, mi afferrò e mi scosse con violenza disumana. Uiii-ii-ii-ii, strideva quella cosa in un’aria crepitante di lampi azzurri, e a ogni lampo una scossa tremenda mi squassava, finché fui certa che le mie ossa si sarebbero spezzate e la linfa sarebbe schizzata fuori come da una pianta spaccata in due. Che cosa terribile avevo mai fatto, mi chiesi”.

La terapia non funziona .

Sylvia, un giorno, rimasta sola a casa, scende in cantina con un flacone di 5o pillole  e dell’acqua. Rimane lì per tre giorni, finchè non la ritrovano i familiari, che l’hanno cercata dappertutto, senza sospettare che si trovasse a pochi metri di distanza. Ha vomitato tutto, non morirà, ma rimarrà legata a questa esperienza di iniziazione alla morte.

Tornata a studiare e laureatasi, si trasferisce in Inghilterra, a Cambridge, dove ha vinto una borsa di studio.

tedhughesQui conosce il poeta Ted Hughes e lo sposa. E’ per lei l’inizio di un periodo di felicità e di sogno.

Il sogno di un sodalizio amoroso e letterario. Le sembra possibile coltivare insieme il suo amore per la poesia e quello per Ted. Anzi le sembra che un amore possa alimentare l’altro.

Nel 1957 le viene offerto , a soli 25 anni, un incarico di insegnamento negli Stati Uniti, così rientra a Boston con Ted.

Dimostra subito un enorme talento didattico, ma l’impegno per la preparazione delle lezioni le sottrae l’energia necessaria a comporre le sue poesie. Con il totale appoggio del marito e nell’incredulità di amici e conoscenti, rinuncia all’incarico per l’anno successivo e rimette la poesia in testa all’elenco delle sue priorità.

Nel 1960 con Poem for a Birhday , sette poesie  scritte all’avvicinarsi dei suoi 27 anni, ritorna sui   tre giorni trascorsi nella cantina e sull’esperienza della malattia.

sylvia e ted divanoPensa di avere vissuto  una specie di  “morte rituale”. Che adesso però le appare lontana, sia perchè aspetta il suo primo figlio ( e quindi “ospita” una vita) sia perchè ha ripreso a scrivere . Gode intensamente quindi un periodo di rinascita sia dal punto di vista biologico che artistico.

Voleva morire, ma è stata salvata ed è risorta.

“Presto, presto la carne/che il severo sepolcro ha divorato/tornerà al suo posto su di me,/e sarò una donna sorridente./Ho 30 trent’anni soltanto./E come i gatti ho nove volte per morire.

Ted e Sylvia tornano in Inghilterra dove nasce la prima figlia: Frieda Rebecca.

Ma i demoni tornano a visitare Sylvia.

Ho un buon io che ama i cieli, le colline, le idee, i piatti saporiti, i colori brillanti. Il mio demone vorrebbe ucciderlo”.

Il marito commenterà anni dopo la sua fragilità:

“Sembrava un’invalida, tanto era priva di protezioni interiori”.

Nel 1962, dopo un aborto avvenuto l’anno prima, mette alla luce il suo secondogenito, Nicholas Farrar ( anche lui morto per suicidio pochi mesi fa).
Ted e Sylvia vivono in una casa di campagna nel Devon. La tensione tra i due arriva a livelli altissimi  e giunge al suo culmine quando appare Assia Gutman.

Più vecchia di Sylvia e di Ted (è del 1927) Assia, berlinese  ha sposato il poeta canadese David Wevill  e con lui si è appena trasferita  a Londra dove Assia lavora per un’industria pubblicitaria.

Il caso vuole   che Assia e David affittino  l’appartamento degli Hughes, in procinto di trasferirsi in campagna .

I due vengono invitati dagli Hughes per un fine  un fine settimana nel Devon.

assiaTra Ted ed Assia  ( foto a destra) scoppia il colpo di fulmine.

Sylvia scopre subito la relazione.

Ecco un brano della poesia  ‘Parole sentite, per caso, al telefono’, che descrive il momento dell’amara scoperta ( Assia telefona per parlare con Ted, ma alla risposta di Sylvia, simula una voce maschile così goffamente da farsi scoprire)

… che cosa sono queste parole, queste parole?
Cadono con un plop fangoso.
Oh dio, come farò a pulire il tavolino del telefono?….
….Ora la stanza sibila. Lo strumento
ritira il suo tentacolo.
Ma la poltiglia che ha deposto cola nel mio cuore. È fertile.
Imbuto di sozzura, imbuto di sozzura – ….”

silvia figliCacciato di casa il marito ( che va prontamente  vivere con Assia), Sylvia rimane in campagna con i due bambini e le sue arnie ( è, nel frattempo, sulle orme del padre, diventata una buona apicultrice).

Il grigio inverno inglese aggiunge depressione al dolore per il tradimento del marito.

Nel diario scrive:

Come sogno la primavera! Mi manca la neve americana, che se non altro fa dell’inverno una stagione pulita, eccitante, invece di questi sei mesi di seppellimento tra il tempo umido, la pioggia e il buio: come i sei mesi che Persefone doveva passare con Plutone”

Riprende a scrivere, con ansia febbrile, quasi sempre scegliendo le ore dell’alba in “quell’ora azzurra, silenziosa, quasi eterna che precede il canto del gallo, il grido del bambino, la musica tintinnante del lattaio che posa le bottiglie”.
Il dolore è quasi  insopportabile, come quasi insopportabile è la bellezza delle poesie che scrive in questo periodo.

Uno stato di grazia che ancora una volta per lei rappresenta una specie di ritorno alla via.

Scrive ad un’amica:

Roba incredibile, era come se la vita da casalinga mi avesse soffocataSentivo come un tappo in gola. Ora che la mia vita domestica è nel caos, faccio vita spartana, scrivo con addosso la febbre alta e tiro fuori cose che avevo chiuse dentro da anni, mi sento sbalordita e molto fortunata”.

Rivedendola a distanza di tempo dalla separazione, Ted è colpito dalla sua disperata lucidità. Leggendo le sue ultime poesie trova conferma di questa impressione. Scrive: ” Sylvia è il poeta sciamano.In poesia penetra fino a profondità riservate in passato ai sacerdoti dell’estasi, agli sciamani, ai santoni”.

Le ultime poesie hanno toni funesti. La morte compare continuamente come un appuntamento difficilmente eludibile, come un richiamo al quale è impossibile sottrarsi.

sylvia-plath-photographEcco come chiude la poesia Specchio:

Su me si china una donna
cercando in me di scoprire quella che lei è realmente.
Poi a quelle bugiarde si volta: alle candele o alla luna.
Io vedo la sua schiena e la rifletto fedelmente.
Me ne ripaga con lacrime e un agitare di mani.
Sono importante per lei. Anche lei viene e va.
Ogni mattina il suo viso si alterna all’oscurità.
In me lei ha annegato una ragazza, da me gli sorge incontro
giorno dopo giorno una vecchia, pesce mostruoso.

Nel 1963 decide di tornare a Londra, non ce la fa più a tollerare l’isolamento in campagna.

E’ l’ultima stagione creativa: Pubblica, con lo pseudonimo di Victoria Luca “The Bell Jar” (La campana di vetro).

la campana di vetro

E’ la storia, scopertamente autobiografica, di Esther, diciannovenne di provincia, che si avventura in una grande città dopo aver vinto un soggiorno offerto da una rivista di moda. Intorno a lei , come una campana di vetro, una specie di involucro soffocante  che le toglie l’aria e soffoca ogni sua capacità di reazione l’America spietata degli anni 50 ,  ipocrita, maccartista e ottusamente benpensante ,  che la fa sentire “come un cavallo da corsa in un mondo senza piste”.

L’uscita del romanzo sembra l’avvio di  una nuova rinascita:

Vivere separata da Ted è meraviglioso, non sono più nella sua ombra ed è fantastico essere apprezzata per me stessa e sapere quello che voglio. Magari chiederò anche in prestito un tavolo per il mio appartamento all’amica di Ted… I miei bambini e scrivere sono la mia vita, e che loro si godano pure le loro storie d’amore e i loro party, pfui!”

Prende molti antidepressivi e continua a perdere peso, con grande preoccupazione del  suo medico, dottor Horder.

sylvia maturaScrive alla madre  : “Adesso vedo com’è tutto definitivo, ed essere catapultata dalla felicità mucchesca della maternità nella solitudine e nei problemi non è certo allegro”.

Fa progetti di vita e di lavoro : “Adesso i bambini hanno più che mai bisogno di me e per i prossimi due o tre anni andrò avanti a scrivere la mattina, a passare con loro il pomeriggio e vedere amici o studiare e leggere di sera”.

Un mattino si alza all’alba, come al solito, porta la colazione (pane e latte) nella stanza dei figli, spalanca la finestra della loro camera e sigilla le fessure della porta con nastro adesivo ed un asciugamano.

Poi va  in cucina, sigilla meticolosamente  tutte le fessure, poi infila la testa nel  forno e accende il gas.

Un solo un breve messaggio “Per favore, chiamate il signor Horder”.

Ted-hughes-460_1374060c

P. S.

Sul tema vedi anche i due post successivi:

“VEDE SIGNORA,  IO SUA FIGLIA L’HO SEMPRE AMATA”

( storia vista dalla parte di Ted)

E

“HO SOGNATO DI VIVERE CON TED E QUESTO SOGNO E’ FINITO”

( storia vista dalla parte di Assia)

FILIPPO CUSUMANO

Il ritratto di Dorian Gray ( galeotto fu il libro…)

Quando Oscar Wilde incontra il grande amore della sua vita, Lord Alfred Douglas, è lo scrittore più ammirato di Londra.

ll suo romanzo “Il ritratto di Dorian Gray” è  appena uscito ed è diventato un caso letterario.

E’ la storia di un giovane di bellissimo aspetto ( Dorian Gray) che, sedotto intellettualmente dal brillante e spregiudicato Lord Henry Wotton, perde a poco a poco la sua innocenza, consegnandosi ad una vita corrotta e avida di piaceri.

Specchio fedele di questa sua trasformazione è un suo ritratto giovanile, eseguito da un pittore che prova per lui una forte inclinazione ( Basil Hallward). Il dipinto, per effetto di un inspiegabile fenomeno, acquista via via rughe ed espressioni maligne, fino a diventare la rappresentazione di un uomo vecchio e ributtante, mentre il protagonista, nonostante il passare degli anni, conserva intatte bellezza, gioventù ed aspetto puro ed innocente.

Turbato dalla visione del proprio ritratto, Dorian prima lo nasconde, poi uccide Basil, che ne ha scoperto la sconcertante trasformazione, quindi, nella scena finale del libro, tenta di distruggerlo.

Non appena affonda il coltello sulla tela, il quadro torna ad essere la fedele rappresentazione del giovane di un tempo, mentre il protagonista si accascia al suolo, colpito dalla sua stessa lama. A terra rimane un uomo, le cui sembianze sono quelle di un vecchio, le stesse che il dipinto aveva minuziosamente registrato negli anni.

Il libro, oltre che un trattato sull’estetismo, è anche uno dei primi tentativi di descrivere il tema della omosessualità nella letteratura inglese.

Lord Henry, l’amico di Dorian,  è sposato, ma si rallegra del fatto che la moglie lo abbia abbandonato. Affitta per sé e per l’amico una villa ad Algeri ( allora meta di vacanza prediletta dagli omosessuali inglesi), cerca di educare Dorian con discorsi volutamente seduttivi ed ambigui. Basil è palesemente innamorato a sua volta di Dorian ( “era un amore simile a quello provato da Michelangelo e da Montagne, da Winckelmann e da Shakespeare stesso”).

Con ogni evidenza attratto da persone del suo stesso sesso si rivela infine anche Dorian, che, pur coltivando nella prima parte del romanzo una relazione con l’attrice Sybil Vane, si identifica in Eliogabalo che “aveva il viso imbellettato e con le donne aveva filato la lana e trasportato la luna da Cartagine per unirla in matrimonio con il sole”..

Wilde considera i tre personaggi come tre sfaccettature della propria immagine.

In una lettera ad un amico scrive:.

Basil è ciò che io credo di essere; Lord Henry è ciò che il mondo pensa di me; Dorian ciò che mi piacerebbe essere- in altri tempi forse”.

Attaccato da più parti non solo per i contenuti immorali, ma anche per i dialoghi prolissi, le situazioni artificiose, il romanzo ha, tuttavia, un’accoglienza strepitosa.

Nessuna opera d’arte negli ultimi decenni ha creato intorno a sé tanta attenzione e tanto scalpore.

Per Wilde l’uscita del libro, sia pure con le polemiche che la circondano, che egli stesso rintuzza su tutti i giornali, di fatto amplificandone il clamore, è il coronamento di un percorso di ascesa sociale, che in pochi anni ha fatto di lui uno dei più ammirati protagonisti dell’alta società londinese.

Le sue battute corrono di bocca in bocca, la sua ricercatezza nel vestire è oggetto di imitazione, i suoi articoli destano sempre l’attenzione di tutti per brillantezza di scrittura, corrosività di giudizi, capacità di ricorso ad argomentazioni paradossali.

Wilde si sente, ed è, al centro dell’attenzione. Come poi disse Andrè Gide,” il successo pare corrergli davanti e a lui basta coglierlo”

Sposato da quattro anni con Constance Lloyd, dalla quale ha avuto due figli, Cyril e Vyvyan e con la quale vive in una elegante casa in Tite Street, ha iniziato da tempo ad avere storie di uomini.

Il primo a sedurlo è stato Robert Ross, quattro anni prima, nel maggio del 1886 .

Entrambi dichiareranno dopo che quella era stata la loro prima esperienza omosessuale.

Oscar ha trentadue anni , Robert appena diciassette., ma è quest’ultimo che assume l’iniziativa.

A distanza di anni, rievocando con Reginald Turner, amico di entrambi, questa sorta di iniziazione omosessuale, Wilde confiderà “E’ stato il piccolo Robbie a sedurmi”.

Destinato ad avere un ruolo importante nella vita di Wilde ( gli sarà fraterno amico ed assisterà i suoi figli dopo la sua morte, assicurandosi, come suo esecutore letterario, che ricevano i diritti delle sue opere), Robert Ross cede il passo come amante al poeta simbolista John Gray, che diventa addirittura uno dei modelli ai quali si ispira Wilde per la costruzione del personaggio di Dorian .

Lusingato dal fatto che il protagonista del romanzo si chiama come lui ( la scelta di quel cognome è stata quasi una strategia di corteggiamento) John prende a firmarsi Dorian quando scrive all’amante.

Ma, come sottolinea Richard Ellmann ( Oscar Wilde- 1984), le attenzioni di Wilde non sono rivolte solamente a lui.

Gli piace frequentare gli studenti, affascinarli con la sua cultura, abbagliarli con la brillantezza del suo eloquio, e, nel caso in cui le loro inclinazioni fossero corrispondenti alle sue, sedurli.

Tra i giovani che Wilde frequenta c’è un certo Lionel Johnson.

Fervente ammiratore de “Il ritratto di Dorian Gray”, ne saluta l’uscita con un’affettuosa ode in latino, i cui ultimi versi suonano così:

Hic sunt poma Sodomorum;

Hic sunt corda vitiorum;

Et peccata dulcia.

In excelsis et infernis

Tibi sit, qui tanta cernis,

Gloriarum gloria

( Qui sono i frutti di Sodoma; / qui è il cuore dei vizi;/ e i dolci peccati. / Nel più alto dei cieli e negli inferi/ sia somma gloria/ a te che tante cose intendi).

Ed è proprio Lionel Johnson che presta la sua copia del “Dorian Gray” al giovane cugino, che, dopo averla letta per “quattordici volte di fila” ( come più tardi dirà) chiede di essere presentato all’autore.

Ed è così che verso la fine di giugno del 1891 Lionel Johnson accompagna Lord Alfred Douglas in Tite Street e gli presenta Oscar Wilde.

Figlio minore del Marchese di Queensberry, Lord Douglas ( detto Bosie) aveva una carnagione molto pallida, capelli biondi, occhi chiari ed una corporatura minuta. Nelle foto che lo ritraggono con Wilde appare visibilmente più piccolo di lui ( che era tuttavia di statura molto superiore alla norma).

Oscar e Bosie raccontano in maniera diversa i mesi successivi al loro primo incontro.

Secondo Douglas, Wilde passò il tempo ad assediarlo riuscendo nella conquista dopo circa sei mesi.

Ma è un po’ nella natura di Wilde essere incoraggiante e benevolmente adulatorio nei confronti dei giovani che lo circondano con ammirazione. Successivamente infatti negherà con veemenza di essere stato lui ad assumere l’iniziativa. Dirà anzi che si conoscevano appena quando, nella primavera del 1892, il giovane aristocratico si è precipitato da lui per chiedergli aiuto in una faccenda molto delicata.

Una sua lettera compromettente viene usata per ricattarlo. Wilde si dà da fare, ricorrendo al suo amico e legale George Lewis che risolve la questione comprando dal ricattatore il documento incriminante..

A poche settimane di distanza, nel giugno di quello stesso anno, Oscar scrive sul frontespizio di una copia di Poems:

Da Oscar

Al ragazzo

dalla corazza dorata

a Oxford

nel cuore

di giugno

OSCAR WILDE

Di lì a poco, in una lettera all’amico Robert Ross, scrive parole inequivocabili

Mio caro Bobbie, Bosie ha insistito per fermarsi qui a mangiare dei sandwich. E’ in tutto e per tutto simile ad un narciso- così bianco e oro. Verrò da te mercoledì o giovedì sera. Mandami un rigo. Bosie è talmente stanco: giace sul divano come un giacinto ed io lo venero

Caro Ragazzo. Sempre il tuo OSCAR”

Sono le battute iniziali di una storia d’amore leggendaria, che porterà Wilde in carcere e all’autodistruzione.

Per approfondimenti sulla vicenda leggete in questo blog  il post L’amore tra maschi ai tempi di Oscar Wilde