Lo zen e l’arte di disporre i fiori di Gusty Herrigel
prefazione di Daisetz T.Suzuki– traduzione di Lucia Corradini
E’ il percorso di avvicinamento di un’occidentale ad un’arte, quella di disporre i fiori detta hikebana, che ad una prima impressione può apparire come un semplice esercizio estetico con canoni, regole e prassi oggettive .
In realtà il percorso di conoscenza a questa arte introduce la scrittrice attraverso la comprensione della cultura orientale stessa. Il Maestro trasmette i propri insegnamenti con umiltà, silenzi, cerimonie religiose vere e proprie.
Per l’orientale l’arte crea un “rapporto tra ciò che è alto e ciò che è basso” , cioè tra la spiritualità e la vita terrena . Un grande insegnamento dell’arte dei fiori , attraverso i Maestri, è quello di “Portare il nulla nel cuore e portare il Tutto ovvero portare lo spirito autentico che sostenta la vita”.
La preparazione delle composizioni rispecchia il principio della TRIADE : Cielo, Uomo, Terra.
Il significato simbolico dei tre elementi il Cielo è la verità e l’uomo sta tra la Terra ed il Cielo .Nelle rappresentazioni è il ramo di mezzo che sta a significare questa concezione .
Le composizioni enfatizzano la dualità vuoto/pieno.
Laddove c’è spazio c’è l’ineffabile, l’informale, il silenzio senza voce .
Il vuoto per essere vicini al tutto.
La forma esteriore deve condurre alla “forma interiore” cioè all’essenza delle cose. E per raggiungere questo occorre praticare “l’astinenza mentale “.
L’artista raggiunge la perfezione della propria arte quando compone opere che sembrano realizzate dalla natura stessa , attraverso un senso di comunione intima con i fiori, le foglie, le rocce,i sassi, la sabbia ed ogni altro “essere” utilizzato nelle composizioni.
Franca Corradini